Per il nostro undicesimo anniversario,
ancora una volta il 19 novembre alle 19:11


Undici anatre s’alzarono in volo
a cercare la spiaggia nell’azzurro del cielo.

Undici squali segnaron col sangue
il confine del mondo, dell’uomo, e le barche.

Undici stelle disegnarono la notte
e undici anfore furono rotte
vicino al fuoco del camino.
Sgorgò olio, si rovesciò vino.

Nelle gialle luci del mattino
segniamo il giorno del cammino.
Le tigri dormono, sognano in grande,
le lucertole hanno le code infrante.

Nel tronco del faggio è lo scoiattolo
a mangiar le ghiande e fare ghirlande
per la festa dell’oggi, e per quel che fu,
per il domani che nasce
e per quello che non c’è più.

Sulla tavola sereno è il pesce
e il barattolo è pieno di esche.
Noi impariamo a lasciarci guidare
non più dalla fame
né dalla voglia d’andare.

Dodici frutti son già stati colti
e anche i morti sono risorti.
Ci siam presi per mano
e ci siamo baciati.
Abbiam fatto un salto.
Ci serve altro?
Ci siamo guardati.

Come gli alberi, non siamo cambiati.

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