Poetry

by Marta Gazzola

#41 volta celeste

Non può essere un cuore in tempesta
al centro del mio vagabondare.
Il coniglio nel sogno
aveva gambe di vitello
e la sua pelle era nuda,
era pelle d’agnello.

La pelliccia che ora indosso
è morbida, barba posticcia
d’un travestimento che svesto
per lasciarmi baciare dal Sole.
Mie son le ore, mie le mie mani.

Domani riparto. Al centro del viaggio
sarà il mio ombelico, punto fermo
nell’universo che gira in tondo,
e sogni spiegati saran le mie vele
e bianche farfalle mi faranno da guida
fino alla Terra nuova, fino alla nuova Luna.

Mi vesto di rosa.
Orecchini di giada.
Alla cintura ho una spada
in lega segreta di inchiostri e di carte.

Per ogni Luna che muore, per ogni Stella che nasce,
c’è una parola che unisce:

questa volta è una volta celeste.

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