Lasciano spazio alla vista
le foglie cadute.
Nudi, i rami ci offono
i loro ricordi: nidi
di una stagione passata,
un vecchio aquilone
infranto
e il filo
di un palloncino giallo
portato là a morire dal vento.
Ogni notte io sogno
acqua. Acqua
rovesciata, straripante,
maree troppo alte
e vasi di piante
che ogni giorno dimentico
ma non muoiono mai.
Questa mattina, all’alba,
tu hai pianto tanto
ma quando mi hai vista
hai sorriso e io, in fondo,
lo so che la fonte trabocca
quando non fa il suo percorso
e allora
mi lascerò guidare dalle stagioni a venire,
nel nido del merlo ho nascosto
un gioiello di semi di lino,
e domani con te canterò anche io:
insieme romperemo il silenzio
festeggiando e vivendo il mattino.