Come crepe, nell’oro
di un pomeriggio d’autunno,
rami già scuri decisi disegnano
tra il cielo e la terra
il ricordo di un lunghissimo giorno.
E poi azzurro
più in alto, e rosa
per le nuvole lontane
e poi a casa e
ancora una volta non sono riuscita
ad esser presente a me stessa.
Ma senza alloro né spine di rosa
non fa più male la testa e il giorno riposa,
ora, nel sogno.
Né la schiena si spezza
sotto il peso del mio nuovo mondo
e forte al risveglio
mi chiama a sentire un cuore che batte.
Oggi so amare molto più di ieri,
conosco tutte le mie paure,
so respirare e so anche bere,
ma imparo ancora quanta stanchezza
mi serve per fare un sorriso di mamma.