Con il bagaglio
pieno di parole straniere e sorrisi
e piante fuori dai vasi
che metton radici
dove fioriscon le idee che tu taci
e una borsa che non importa
se ha un buco come uno sbaglio
ma porta le chiavi di casa
per quando saremo lontani,
per quando sarà domani,
ti racconto quello che posso
del cielo e la terra e del cosmo.

Scendiamo le scale delle musiche antiche
per arrivar fino al battito
sul portone che fu
il vostro eterno confine
e suoniamo, là, due note sottili
che fan danzare le dune
tra i ricordi più duri.

Le luci sono accese.
Le luci sono spente.

Sull’invito in blu è scritto che è ora
di lasciare che sia come sia
e che il posto è lo stesso di sempre,
in fondo alla via.

Tutti i mondi son già in mostra.
Sarà una festa,
sarà la nostra.

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