Lo sposo l’ho perso
tra la posta e la banca
e nel pianto mi manca
ancora
quella camicia bianca
e il mio vestito lungo
rosa
ma ecco che si posa
una mano più ferma
sulla mia spalla già nuda
e mi regala uno sguardo
oltre i confini del cosmo.
Prendo forma.
Scrivo, dedico, destino e
ad alta voce mi dichiaro
finalmente
per i momenti, nel presente,
in cui da fare non c’è niente
e con il cuore sempre grande
e le mani bene aperte
ci si dona l’una all’altro
per scoprire, qui, nel mondo,
dentro l’alba anche il tramonto
e infinito sarà il giorno.
Quanti siamo?
siamo due, tre, Uno soltanto.